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MISTER ROTOLO GIOCA IN CASA

Da questo pomeriggio mister Rotolo è tornato a casa. Il post operatorio sta procedendo speditamente. Ecco i suoi primi commenti e le parole di gratitudine per "quella squadra di extraterrestri" che l'ha curato a Novara.

Era la notizia che aspettavamo da giorni: mister Rotolo è tornato tra le mura amiche. Le dimissioni questo pomeriggio e finalmente, dopo tre settimane intense, il nostro allenatore è tornato alle amorevoli cure dei suoi famigliari a Novara. Un percorso ricco di insidie che Giorgio ha percorso in maniera netta. Un ritorno a casa che coincide anche con il ritorno sui campi delle formazioni di Eccellenza che, da remoto, Giorgio ha seguito come fosse ancora in panchina. Uno stimolo sicuramente importante, quello della ripresa del calcio, per chi, come lui, ha vissuto e vive le sue giornate nel conteso sportivo, con la speranza, che guida ogni singolo giorno di riabilitazione, di poter tornare al più presto su quel rettangolo verde ricco di passione, emozioni e sfide. Ha vinto la prima battaglia, in modo egregio. L’intervento a cui è stato sottoposto è andato molto bene e la ripresa ha dati da quasi record. Ora continua la battaglia per tornare a pieno regime ad una vita normale. “Oggi ho ripreso ad alimentarmi normalmente e, ti assicuro, anche un semplice purè di patate ha un sapore che sembra quello di un piatto cucinato da uno chef”. E’ proprio vero che talvolta diamo per scontate le cose più semplici e basilari. Non ci vuole certo un incidente di percorso come quello che è capitato a lui per apprezzare la vita, ma di certo ora, anche per tutti noi, ogni cosa ha un sapore differente. Che il calcio lo abbia supportato in queste settimane, non è un segreto. Da una parte la smania di riprendersi per tornare a fare in prima persona ciò che più ama, ma dall’altra anche la vicinanza dei protagonisti di questo sport che ieri, alla ripresa del campionato di Eccellenza, hanno avuto un pensiero per lui, questa volta spettatore di una ripresa difficile e insidiosa. Difficile per chi, come Giorgio, ha sempre vissuto da assoluto protagonista il nostro calcio, sedersi e aspettare il proprio turno, tra l’altro lontano dagli affetti più cari: “ Cominciavo ad accusare il colpo – commenta a caldo il mister dei Blues – nonostante tutto il reparto sia diventato una sorta di famiglia che, amorevolmente, si è preso cura di me”. Mister Rotolo è stato attento ai risultati dai campi, beata tecnologia, come se anche lui fosse protagonista in panchina. “Un momento che tornerà prestissimo – commenta l’allenatore – ne sono certo”. E tutto questo è grazie all’instancabile lavoro fatto dall’equipe dell’ospedale di Novara, che si è preso cura di lui, con un affiatamento e un attaccamento che Giorgio commenta con enfasi e gratitudine. “ Il professor Aluffi è un po’ come fosse il CT di questa meravigliosa squadra.  Il giocatore  più coriaceo è sicuramente Fabrizio Grivetto (è lui che mi ha rifatto completamente la mandibola!) che per certi versi potrei chiamare ‘o animale, come il difensore granata Pasquale Bruno. Poi come non sottolineare l’instancabile Giuseppe Poglio, il Rino Gattuso del reparto. E per stare nella metafora calcistica,  voglio ringraziare Martina Renna e Filippo Farri. Entrambi sarebbero titolari inamovibili in qualsiasi squadra, ma quando prima di te hai degli extraterrestri allora devi essere eccellente anche nel farti trovare pronto a partita in corso. E poi Giovanni Borello che, per certi versi, potrebbe essere paragonato ad un bomber d’altri tempi, di quelli che basta che gli dai la palla e lui la mette in rete”. Chi conosce Giorgio, non si stupisce nel sentirgli menzionare professionisti di medicina come fossero calciatori pronti a vincere la Champions. " Con tutti i punti che mi hanno dato... praticamente abbiamo fatto il triplete!". Fa parte del gioco, quel calcio che in molti considerano lo sport più bello del mondo, quel calcio che ci ha consentito di entrare in simbiosi, seppur per pochi mesi, con un uomo che ha lottato sul campo e fuori da infaticabile atleta. E ora che la prima battaglia è ormai un ricordo, seppur con qualche strascico, siamo pronti, tutti insieme, con Giorgio, Barbara, la sua meravigliosa famiglia e tutti i protagonisti del nostro calcio, a mettere le basi per la prossima guerra. “Non voglio dimenticare nessuno – chiosa Giorgio – ma se dovessi dirti i nomi di tutte le persone che mi sono state accanto, faremmo concorrenza agli annuari del calcio. E allora mi fermo qui, ringraziando tutti i medici, gli infermieri, la mia famiglia, gli amici, le persone che magari non conosco, ma che tramite voi mi hanno fatto avere i loro messaggi. Voglio ringraziare davvero tutti, perché questa vicinanza, questo grande affetto, questa condivisione, mi hanno aiutato e mi aiutano a guardare al futuro con occhi aperti e curiosi, consapevole che ci sarà della fatica da affrontare, ma che non sono solo nel mio percorso verso il traguardo”.

 

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